MESSINA CLOACA: E ADESSO QUERELATECI TUTTI


Davanti ad una nutrita platea si è palesato ieri, nei locali della libreria Mondadori  di Messina, dopo un notevole ritardo, il giornalista di Repubblica Antonello Caporale. L’incontro, organizzato dalla brillante Adele Fortino, verteva sul tema che tanto ha acceso gli animi dei messinesi in questi giorni, ovvero l’impietosa definizione che Caporale, durante la trasmissione televisiva Exit, ha dato della nostra città paragonandola ad una cloaca. Ma questi sono fatti ben noti! Quello che ancora non sapevamo è che la città non avrebbe risposto a questo incontro o, perlomeno, una parte dei cittadini, quelli indignati, quelli offesi, quelli disposti ad un confronto erano assenti, malgrado fossero stati invitati.

La maggior parte dei presenti aveva un foglio posto sul davanti recante la seguente scritta E ADESSO DENUNCIATECI TUTTI, una dimostrazione di solidarietà nei confronti di Caporale dopo la querela del nostro sindaco Giuseppe Buzzanca. Dopo la presentazione di rito, il giornalista ripercorre  la sua infanzia  di ex terremotato ricordando la sua casa distrutta ed  il proprio nonno morto in una baracca costruita dopo il sisma dell’Irpinia e cominciamo a capire il perché della sua tesi  sui “ limiti e le incongruenze della legislazione d’emergenza per le aree terremotate” commentata nel 1985 al conseguimento della sua laurea in Giurisprudenza e, ci appare ancor più chiaro che,  in realtà, il termine cloaca fosse solo un modo per provocare chi aspetta la costruzione del Ponte sullo Stretto come unico volano dell’economia della Sicilia non comprendendo che, quest’enorme infrastruttura, sorgerebbe in due territori, Messina e Reggio, ad alto rischio sismico. Caporale si autodefinisce, in questa circostanza, un “protagonista inconsapevole” di una travisamento di un termine (cloaca) che, seppur sgradevole, cela una relazione con la verità e, intelligentemente, precisa che questi incontri non hanno nessuna attinenza con la presentazione del suo ultimo libro “I Mediocri” dove ha elaborato una formula: talento uguale a successo,  e tanto più aumenta la mediocrità, più diminuisce la possibilità di conseguire il successo.

Concludo con una sua frase: “Se lo sdegno che vi ha mosso nei miei confronti fosse stato pari a quello dei vostri concittadini nei confronti della classe politica locale, Messina sarebbe in altre condizioni”. Siamo, dunque, dei mediocri? Caporale annuisce mentre, tra i presenti, nessuno si indigna di questa mediocrità. 





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